Insomma, all'appello mancava l'officiante che nella fuga ci aveva fatto il piacere di lasciarci il tomo dei rituali e la botola usata per scappare aperta. Lo inseguimmo per impervi cunicoli, brulicanti di forme di vita certamente non di questo mondo.
Uno di noi si soffermò qualche minuto nella sala, in mezzo ai cadaveri, convinto che il libro dovesse avere un'altra parte, una sorta di compendio. Era un uomo di piccola statura, asciutto, brutto, di origini italiane, ladro, figlio di ladro, nipote di ladro etc. etc. un infido, ma il miglior scassinatore in circolazione, dotato di una mente superiore quando si trattava di cercare dei nascondigli. Aprì il volume, sicuro che celasse qualche indizio. Dopo qualche sbirciata, i suoi occhi si illuminarono di insania e divenne determinato nella sua caccia. Iniziò ad esaminare le pareti, poi l'altare, poi i cadaveri uno per uno ed infine si inoltrò nei passaggi dove il resto del gruppo si era avventurato. Con il tomo fra le braccia, si soffermò a controllare ogni angolo, farfugliando cose incomprensibili si accovacciava in prossimità di cumuli di carne e sangue, i resti dei pasti di quelle mostruose creature che abitavano le caverne.
“Deve essere qui da qualche parte!”
“Lascia stare, stai attento piuttosto!”
“L'hanno nascosta qui intorno, lo so... l'hanno nascosta bene, ma io la troverò, è mia, mi appartiene tutta... la troverò e la terrò per me”
“Ma che diavolo stai blaterando? Andiamo via, prima che qualche mostruosità ti scambi per lo spuntino di mezzanotte!”
“Nooooooo! Non potete capire, è mia, devo riprenderla”
“Lascia stare, Tony, stai con noi, seguici e non toccare niente”
Non lo fece.
Eravamo abituati a scene simili. Spesso durante le indagini qualcuno si lasciava andare e faceva tutto di testa sua. Sapevamo che era tutta gente addestrata ad ogni evenienza, ma quella volta, la frase “Non potete capire...” e tutto il resto, avrebbe dovuto convincerci che stava per accadere qualcosa di sbagliato. E mentre la nostra caccia terminava con la morte del sacerdote e dei suoi cuccioli da compagnia, la sua ricerca finiva con l'ultimo barlume di sanità. Ritrovammo Tony Molfetta mentre si nutriva di frattaglie umane. Non appena gli sottraemmo il volume, il suo impeto si spense divenendo esuberante come un salice. A causa de suo stato catatonico, fummo costretti ad internarlo. Qualche mese dopo morì. Per fame dissero. Ma non ho mai capito come la fame possa procurarti una ferita da machete alla base del cranio.
Rcconto, parte 7 "Tony, non toccare!"
Argomenti Call of Cthulhu, Racconto, Settimo Gigillo, Vampiri
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2 commenti:
Aaahh, che scene memorabili stai rievocando! Povero Tony Molfetta... Non ha mai capito che la Conoscenza porta alla distruzione e che l'oscura ignoranza ti lascia vivere per sempre.
Lo diceva anche un best seller molto ma molto antico! ;)
Piuttosto , brutto sballare il tiro follia, eh?
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