Racconto, parte 4 "Lo Monaco e Marlow"

Ci disimpegnammo con eleganza l'uno dall'altro. Tenendosi i pantaloni stretti in vita, Barret, saggiamente, guadagnò l'uscita lasciandomi finalmente solo.
L'Organizzazione non era un luogo dove coltivare le amicizie ed il sospetto era il principale sentimento che ognuno era obbligato a mostrare nei confronti degli degli altri. Perfino all'interno dell'Élite non esistevano “amici” nel senso puro del termine. C'era qualche caso, si, d'accordo, ma erano rari come acqua nel deserto. Ricordo ad esempio la storia di due veramente inseparabili: Adrian Lo Monaco e Jack Marlow. Il primo era un logorroico investigatore privato con la mania della tortura; l'altro un molto poco loquace serial killer, assassino per professione. Inutile dire che in più di un'occasione si scambiarono i ruoli. O per meglio dire, raccontano ci fosse un complicato sistema di mutuo soccorso che li rendesse vicendevolmente indispensabili. Non capii mai la ragione per la quale fossero così legati, ma sembrava ci fosse una sorta di intesa che andasse ben al di là dell'amicizia. Niente cose da femminucce, no. Ma certo è che dove c'era uno c'era anche l'altro. Ed era abbastanza comune pensare che i due sapessero esattamente cosa facesse l'altro, anche con migliaia di km a separarli. Ricordo le riunioni operative per le missioni. Lo Monaco e Marlow di qua, Marlow e Lo Monaco di là! Sempre assieme, in perfetta cooperazione, silenziosamente letali e fatali. Come un veleno di cui non esiste l'antidoto. Personalmente non ho mai sentito Marlow emettere un suono, neanche mentre camminava, e non credo fosse la voce di Lo Monaco a coprirlo. In ogni modo, assolutamente niente male per un semplice umano.


1 commenti:

Brukoniglio ha detto...

Ogni nuova parte nuovi personaggi, mi piasceee sempre di più ;D
Assolutamente niente male per un semplice umano :P

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