Sanchez vs Amstrad: 0-2 (18 gennaio)

Uno dei televisori del Quartier generale è andato fuori uso. Il sottoscritto ha dovuto subire il furto del proprio tv color (praticamente nuovo) da parte del Colonnello che lo ha sostituito a quello della sala mensa a sua volta movimentato sul mobile antistante al letto del Generale. Al sottoscritto è stato rifilato un lcd sette pollici di fortuna, ottimo se si vuole guardare il proprio programma preferito in piedi, ma pessimo da guardare dal letto. In definitiva il sottosoldatosemplice aggiunto Sanchez, dopo una settimana di lcd formato francobollo sul comodino, si è procurato un torcicollo tale da non potersi neanche abbottonare la divisa. In ogni caso, trascorsa la settimana durante la quale l’apparecchio “malato” veniva riparato, ho assistito all’ennesima movimentazione: la tv smontata e ricostruita a mo’ di puzzle dal tecnico è finita nella mia stanza, quella che era arrivata in cucina è tornata in camera da letto, quella della camera da letto ha ritrovato il suo legittimo posto in cucina, il francobollo con l’antenna nel suo imballo e consegnato al sottoscritto per portarlo alla sede distaccata del Quartier generale. E’ chiaro che per la seconda volta sono rimasto fottuto, ritrovandomi con il televisore rappezzato. Specifico che il danno rilevato sul 15 pollici del Generale era l’assenza del segnale audio. Ininfluente per la visione di film bulgari con sottotitoli in armeno, ma fondamentale per la riproduzione di musica dal lettore dvd…

La notte scorsa il delirio:

ore 3.20

sto guardando una puntata del Dr. House a caso (come tossicodipendente misogino e misantropo non faccio altro che guardare quello zoppo nella speranza di trovare un sistema per azzopparmi in modo indolore: ho già acquistato una trentina di bastoni), quando ad un tratto il negro dell’equipe diventa muto, lo schermo sfarfalla, diventa dello stesso marrone di Foreman, compaiono le scritte Au revoir, aurfidersen, goodbye, continua senza di me, ciao!

Il pianto, poi la rivalsa. Mi alzo, mi avvicino, lui si accende da solo. Foreman riappare sornione e dice una delle sue. Mi dico che forse c’è stato un abbassamento di tensione e bha!

Mi risiedo sul letto. Contemporaneamente Cameron diventa gialla, assomiglia a Lucy Liu, l’audio scompare, mi squilla il cellulare. E’ Tarantino. Dice che House non gli piace perché in quattro serie ci sono solo due sparatorie e riattacca! Schermo giallo, scritta blu: SUKA! Schermo nero, luce rossa di standby. Odio la Amstrad! Mi rialzo, compare Chase, mi risiedo, il biondo si aggiusta il ciuffo e scompare. “ACCRASTA!” in rosso su sfondo bianco! Mi avvicino. Il televisore si accende, la diagnosi differenziale continua. Non mi siedo, chiama Lucy Liu, non le rispondo. Sto lì a guardare per un po’… tutto procede secondo copione e pace. Accenno a tornarmene a letto e l’audio si smorza. Mi fermo: House muove la bocca, ma si sentono solo rumori di sottofondo. Torno alla posizione intimidatoria stoperdartiunpugnosenonlasmettitifrantumoetibuttonelcesso. Cameron: “Abbiamo un’emorragia intestinale” House: “Tutti e tre?”. Rido, mi siedo, il televisore toglie l’audio, poi si spegne, placido. Un puntino bianco al centro permane per un minuto, cronometrato. Mi alzo di scatto. Odio essere preso per il culo dalla tecnologia. Il televisore si accende di colpo un secondo prima che un mio pugno lo colpisca provocando il risveglio del Generale che si teletrasporta in camera armato di sciabola nordista! Per dio! Ci guardiamo per qualche secondo, il mio braccio ancora levato sopra il televisore. House cammina per il corridoio, mi sembra un’altra puntata, ma lascio correre (la situazione, non House che non potrebbe e comunque non mi permetterei mai!). Il Generale, appurato che nessun pericolo è in agguato, rinfodera la sciabola nell’elastico del pigiama e si riteletrasporta. Io ed il 15 pollici cominciamo uno scontro di sguardi. Lo fisso tornando verso il letto, non lo mollo neanche per un secondo, mi siedo, lo fisso, mi infilo sotto le coperte, lo fisso, tutto ok, assumo la posizione fetale tipica dello spettatore notturno, sbatto le palpebre e lui toglie l’audio! Suonano alla porta, è il postino: mi consegna una raccomandata da parte di San Pietro che come legale rappresentante della ditta “Paradiso” mi intima di smetterla di inflazionare continuamente la parola “porco” accostandola al nome dell’amministratore delegato della succitata azienda.

Ore 4.00
Dopo aver saccheggiato il mobiletto dei liquori, torno in camera, estraggo dalla scatola il 7″ di fortuna e lo collego al dvd.

Oggi non riesco a tirar dalla sigaretta senza lasciare andare lacrime di dolore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non ti sembra l'ora di scrivere un post nuovo? E?

Daniele Cascone ha detto...

Infatti, lavora a un nuovo post...
frust!

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